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"Edwin Ortega Del Chiaro"

Signore Direttore, ho avuto la fortuna nella mia giovent� negli anni 70 di vivere il Festival Autunno Musicale da vicino, e posso dire senza timore a sbagliare che � stato per me una esperienza culturale che ha arricchito e cambiato la mia vita e ha segnato la strada dei mie interessi e delle mie passioni.
Ero venuto in Italia per l� Universit� e mi sento un �comasco� di cuore e adesso che vivo lontano dal Lario; mi preoccupa la possibilit� che un patrimonio della citta, l'Autunno Musicale a Como, vada altrove o sparisca perch� i suoi politici non riescono a sostenere o a capire il valore che una manifestazione come questa,  che � elemento formatore di una giovent� e di un pubblico che molte volte trova come referente solo una cultura di massa, �light�, di facciata, lontana della essenza della cultura italiana e europea.
In mezzo a problemi enormi odierni come l'immigrazione, non ci si accorge che il modo giusto di formare una nuova societ� la soluzione non � rigettare al mare i nuovi arrivati, ma di mettere come punto centrale di riferimento la cultura italiana, quella che � riconosciuta in tutto il mondo come origine e pietra basale della cultura occidentale.
Sar� perch� da lontano, abito in Colombia, � normale vedere come i nostri politici si interessino pi� al gossip e agli spettacoli vuoti di contenuti, ma quando si guarda con distacco si sa con certezza che sel�  Italia rinuncia alla cultura, rinuncia a se stessa, alla  sua identit�, alla sua capacit�  di creazione, alla sua capacita di innovare e trasmettere arte e bellezza (base e sostegno ad esempio del � Design italiano�).

Come dimenticare che l'Autunno ha orientato alla curiosit� culturale i ragazzi di varie generazioni, ha aperto ad un pubblico per la musica sacra e da Camera , e fu uno dei primi spazi in Italia dove la musica contemporanea ed elettronica ebbe la possibilit� di svilupparsi, senza dimenticare le meravigliose �scoperte� nel settore della musica popolare col lavoro svolto in compagnia del Maestro Roberto Leydi e le sue ricerche etnomusicologiche. Ma non voglio fare un elenco delle tante cose belle fatte dall� autunno, dei musicisti che hanno risuonato nelle sale e chiese comasche.
Voglio solo sottolineare che le opere umane si fanno sempre con fatica, con gli sforzi di tanti, che mattone a mattone creano mondi utopici che servono da carburante per creare e rinnovare progetti di vita per i popoli e gli individui.
Ma queste opere si distruggono in secondi, basta un no di un Sindaco o di un decisore politico per cancellare d�un tratto quello che si � fatto in 42 anni.

Edwin Ortega Del Chiaro